Molto avvincente
Cuneo rosso sangue
Irene Schiavetta
CUNEO ROSSO SANGUE:
Armando Dalmasso e i veleni del Conservatorio
Romanzo
Edizioni Fratelli Frilli
Pagine 224
Anno di Pubblicazione 2022
ISBN 9788869435829
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Armando Dalmasso è un giornalista free-lance che collabora con “La Stampa” di Cuneo. Inviato al Conservatorio “Ghedini” per assistere a un evento musicale, conosce la simpatica “vichinga” Fiona McQueen, un’esperta d’arte di origine italo-irlandese. Durante il concerto, la pianista all’improvviso cade a terra, colta da un malore.
I due la soccorrono, ma alcuni segnali indicano chiaramente che è stata avvelenata. Difficile capire chi possa essere il responsabile, perché sono molti, dentro l’Istituto Musicale, ad avere motivi di risentimento nei confronti di quella “vecchia strega”…
Recensioni
Daniela Domenici
È la prima opera di Irene Schiavetta, musicista e scrittrice eclettica, che leggo ma colmerò presto questa lacuna perché ho letteralmente divorato questo suo giallo che si svolge soprattutto nel Conservatorio di Cuneo e ve ne voglio parlare.I primi complimenti vanno alla trama immaginata, perfetta come un puzzle di cui però l’autrice ci dà i giusti input per trovare i pezzi man mano che leggiamo e la soluzione sarà chiara ben prima della fine, una scelta narrativa che ho molto apprezzato; è un romanzo intrigante, talvolta ironico, molto appassionante e coinvolgente. E complimenti di vero cuore per lo stile perfetto, ricco, colorato, con inserti di dialetto cuneese, dal ritmo incalzante che non ti permette di riemergere fino all’ultima pagina. Straordinaria la caratterizzazione psicologica dei/lle tanti/e protagonisti/e, dalla pianista Ottolenghi alla direttrice del conservatorio Vandelli, dal giornalista Dalmasso alla collega McQueen e al bidello Pietro, ognuno/a di loro emerge con la sua unicità: bravissima!
Chi ha ucciso la concertista Emma Ottolenghi mentre accompagnava uno Stradivari nella Sonata n. 1 di Prokofiev? Scontrosa, una “strega” per molti, finisce avvelenata forse da una fetta di torta. Al fatto assistono Armando Dalmasso, giornalista di cronaca, e Fiona McQueen, esperta d’arte. Per motivi professionali sono coinvolti nelle indagini che si sviluppano nei corridoi del conservatorio “Ghedini” di Cuneo, in cui registrano il clima di astio nei confronti dell’Ottolenghi, e per le strade della città e di altri paesi. Stile disinvolto e leggero per un “giallo” che mette in conto ripicche professionali e sentimentali.
Irene Schiavetta vive a Savona e insegna presso il Conservatorio di Cuneo. Nel 2022 ha pubblicato, con la casa editrice Frilli, Cuneo rosso sangue, un giallo di qualità notevole.
Racconta, con una prosa incisiva e fluida, la storia di Armando Dalmasso: “Era effettivamente un bell’uomo, con un viso, dicevano, dal profilo greco. Era alto e ben proporzionato. Fino ai vent’anni era stato un ragazzo goffo, con parecchi chili in più, poi pian piano era riuscito a cambiare stile di vita. La regolarità con cui faticava in palestra gli aveva scolpito un fisico prestante e ora, finalmente, poteva guardarsi con
soddisfazione.” Giornalista freelance presso la testata giornalistica de “La Stampa di Cuneo”, un giorno viene invitato al Conservatorio
di Cuneo per assistere a un concerto, di cui parlare poi in un prossimo articolo. Nelle intenzioni il concerto deve essere un evento di grande portata, ma durante le esecuzioni musicali la professoressa Emma Ottolenghi, pianista, cade sul palco esanime. Presenta tutti i sintomi di avvelenamento. Ma da che cosa? E chi aveva motivi di risentimento così forti nei confronti di una signora, all’apparenza, così perbene? Armando Dalmasso indaga… Il giallo è ricco di atmosfera. Già il luogo, teatro dell’avvenimento, è simbolico e reso con perizia e sapienza:
“Varcato l’ingresso del Conservatorio, Armando si ritrovò catapultato in un’altra epoca. Lo scalone di marmo grigio saliva severo verso il primo piano, impreziosito da un paio di grossi vasi anch’essi in marmo, riempiti da rami di vischio, abete e agrifoglio. Inspirando il loro buon odore, l’uomo arrivò a un’artistica porta vetrata dietro la quale si trovava la reception.”
Le indagini sono svolte dal giornalista e dalla sua nuova amica Fiona Mac Queen, “una donna incredibile. Alta circa un metro e ottanta, con capelli rossi lunghi, sciolti sulle spalle, aperti sulla fronte in un ciuffo ribelle, indossava un abito corto che scopriva gambe muscolose.” Non solo: sono precise e travolgono il lettore, inculcando il seme della curiosità per una storia alquanto nera. Una narrazione di genere scritta con precisione, che si accompagna a una trama a incastro, costruita con perizia, costituiscono i punti fondanti per una lettura divertente e sapiente.
“Cuneo Rosso sangue” di Irene Schiavetta, edito da Fratelli Frilli Editori, è un noir ambientato a Cuneo e vede come protagonista un giornalista di nome Armando Dalmasso.
Armando lavora, appunto, come giornalista presso la redazione de “La Stampa”; era ed è consapevole che il mestiere del giornalista non sia tutto un rosa e fiori ma, nonostante le mille difficoltà, continua a proseguire su questa strada.
Un giorno, il direttore del giornale lo invia al Conservatorio Ghedini per assistere a un evento musicale ed è qui che conosce Fiona McQueen, un’esperta d’arte dalle origini italo-irlandesi.
Il concerto inizia ma, all’improvviso, la pianista cade a terra colpita da un malore. Da un primo intervento, si intuisce che la pianista è stata avvelenata. Ed è così che il giornalista inizierà a indagare per cercare di scoprire il colpevole.
“La nevicata di sabato era solo un ricordo, le strade ora erano sgombre e la viabilità era tornata fluida. Piazza Galimberti e via Roma erano affollate di bancarelle e il viavai di gente scaldava il cuore” – citazione tratta da “Cuneo Rosso sangue” di Irene Schiavetta Siete mai stati a Cuneo?
Ho scoperto l’autrice per puro caso e mi è piaciuto molto leggere un suo primo libro. Leggendo la biografia ho scoperto che è musicista e, ora, comprendo il perché abbia saputo descrivere così minuziosamente i dettagli all’interno del conservatorio con la protagonista.
Lo stile è fluido, accattivante, con colpi di scena e suspense.
La trama è ricca di particolari e descrizioni. Mi è piaciuta molto anche l’ambientazione data al romanzo e, non avendo mai visitato la città, mi è venuta proprio voglia di vederla.
“Fare il giornalista non è un mestiere semplice.”
Armando Dalmasso, alla soglia dei quarant’anni, con l’eterna fidanzata allergica alla parola convivenza e figuriamoci a quella di matrimonio e, un lavoro funambolico fatto di noiosi articoli sulla vita locale, nulla di emozionante e motivante insomma, se lo ripeteva spesso questo mantralegato alle difficoltà della sua professione. Certo, perché in una Cuneo, bella ma piccolina, paragonata alle grandi città, la cosa più emozionante che ci fosse a tenere alta l’attenzione cosa sarà mai stato, se non, alla peggio, una sagra, o i lavori del comune perennemente in ritardo oppure qualche lite fra vicini, sfociata in vera e propria rissa.
Diciamo che fino a poco tempo fa, questa vita lavorativa fin troppa tranquilla gli stava stretta, gli permetteva di guadagnarsi la pagnotta anche se, qualcosina, ammettiamolo, gli mancava.
Quel pizzico di “poivre” nella vita per cui, alzarsi ogni mattina avrebbe potuto essere più elettrizzante e stimolante, non gli sarebbe proprio dispiaciuto.
Ma se poi ti ritrovi di punto in bianco, perché costretto, in un sabato mattina nevoso dove l’unico tuo sogno era attardarti sotto alle coperte al calduccio, nel posto sbagliato al momento giustoaccanto ad una rossa fiammante e spumeggiante (che avete capito, non sto mica parlando di una Ferrari naturalmente!), beh, tutto potrebbe cambiare.
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